Prefazione a “Veneto Stato, diritto o dovere”

Ho ricevuto una copia del manoscritto poco prima di Natale 2011, e ascoltando la sintesi esposta da Vittorio Bottoli ho capito che quello che avevo tra le mani era un dirompente presente natalizio per la causa indipendentista. Ho letto questo libro tutto d’un fiato come se spinto da un inconscio senso civico. Come diverrà chiaro al lettore, non è solo doveroso leggerlo, ma è un dovere civico consigliarne a tutti la lettura per divulgare il più possibile i contenuti. Questo è  un importantissimo riassunto delle motivazioni naturali alla base del percorso indipendentista, contornato sia da precedenti storici che dal pensiero politico che le giustifica.

Come indicato dal sottotitolo, il libro discute sia i diritti che i doveri della causa indipendentista. Sul diritto di perseguire l’indipendenza, Veneto Stato ha sempre enfatizzato la legalità di questo percorso, sottolineando che si tratta di esercitare un diritto riconosciuto a livello internazionale, oltre che essere accettato dallo stato italiano stesso. Questo saggio va ben oltre, e rafforza la linea politica di Veneto Stato presentando un’indiscutibile relazione sulla legalità e sul diritto a pretendere la completa indipendenza politica. Insomma, la porta della gabbia è aperta e spalancata, e se Veneto Stato ha indicato questa via d’uscita con l’azione politica, Vittorio Bottoli con questo suo chiaro e lineare trattato toglie ogni dubbio sulla fattibilità di una completa indipendenza politica da ottenere per vie pacifiche e democratiche.

Non è però l’esaustiva esposizione sui diritti dell’indipendenza ad essere il punto innovativo e inedito che questo libro presenta. La tesi di Vittorio Bottoli è che ambire a un Veneto Stato indipendente non è solo un diritto, ma è anche un dovere. I cittadini delegano le decisioni politiche a dei rappresentanti, ma quando questi usurpano il potere politico a loro soltanto temporaneamente delegato, è un dovere civico del cittadino riprendersi la propria sovranità. L’avvocato Bottoli spiega in dettaglio come i cittadini sono stati privati della propria sovranità, dato che lo stato italiano è un contenitore di sudditanza verso una casta politica che si autolegittima. Nel caso del popolo veneto esiste anche una sconcertante ingiustizia economica, rispetto ad altre popolazioni all’interno del contenitore Italia, che costringe i veneti a perseguire la completa indipendenza politica proprio per dovere giuridico.

Leggendo le citazioni dei pareri favorevoli di vari costituzionalisti, ho capito che il dovere civico è l’ingrediente mancante per prendere lo slancio verso quella porta già aperta spalancata dal diritto internazionale. Per altri popoli forse è sufficiente sapere che ambire all’indipendenza politica è un diritto, ma non credo ci sia altro popolo al mondo che risponda ad un innato senso del dovere come quello veneto. Per esempio i veneti sono i primi a fare la raccolta differenziata per un senso del dovere verso la propria comunità. Se non la fanno non rispettano l’ambiente che hanno in comune con i propri vicini. Non è questione di multe o di controlli a spingere i veneti a fare la raccolta differenziata, ma un fortissimo senso del dovere. Il valore aggiunto di questo saggio è spiegare ai veneti che Veneto Stato non è solo un’opzione pacifica e legale alla quale abbiamo diritto, ma di fronte ad una plateale ingiustizia economica e alla privazione della sovranità politica ottenere l’indipendenza politica diventa un dovere sociale.

Cari veneti, ottenere l’indipendenza politica dallo stato italiano non è solo un diritto, ma è un vostro dovere civico farlo. Accettare passivamente questa plateale sudditanza è molto più vergognoso dello scandalo dei rifiuti a Napoli. Un veneto che non si mobilita per far valere la propria libertà e la propria sovranità a livello di educazione civica è molto più vergognoso di un napoletano che non contribuisce alla soluzione dei rifiuti della propria città.

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