Veneto Stato esprime la sua totale contrarietà al taglio indiscriminato dei comuni montani inferiori ai mille abitanti. Voler limitare i costi amministrativi della politica non deve assolutamente ignorare le necessità geografiche che sono accentuate nella realtà montana. Mantenere un piccolo comune montano ha i costi aggiuntivi dello stipendio del sindaco (€800 al mese), della sua giunta (€200 al mese per quattro assessori), e dei consiglieri comunali (€20 euro per consiglio bimestrale per otto consiglieri) perché ogni altro costo operativo rimarrebbe anche dopo un accorpamento con altri comuni. Il costo totale annuo di sindaco, giunta e consiglio per un piccolo comune inferiore ai mille abitanti è €20.160, €20 euro per abitante all’anno. Questo va paragonato allo stipendio di €150.000 all’anno di un parlamentare italiano, quando lo stipendio parlamentare medio in altri paesi europei è di €50.000. Portando lo stipendio parlamentare italiano alla media europea, si risparmierebbero €100.000 per deputato. Ossia, ridimensionando lo stipendio di un solo onorevole si ricava l’equivalente dello stipendio di sindaci e consiglieri di ben cinque comuni montani con meno di mille abitanti. Tagliando lo stipendio dei 630 deputati, 315 senatori, e 6 senatori a vita si risparmierebbero €91 milioni, quasi tre volte tanto il taglio previsto per 1884 comuni, e senza alcun effetto negativo sull’amministrazione del territorio.
La gravità di questa manovra contro l’espressione rapprensentativa di una comunità montana sta nel voler cancellare l’entità politica più vicina alla popolazione, unico strumento democratico perché un popolo si opponga alla prepotenza di una capitale distante. Per questo Veneto Stato organizzerà nel mese di Settembre incontri sia nell’agordino, dove lo stato italiano pretende di cancellare i comuni di Voltago, San Tommaso, Rivamonte, Vallada, Gosaldo e Colle Santa Lucia, e sia nel Cadorino dove lo stato italiano ha intenzione di eliminare Vodo, Borca, Lorenzago, Selva, Danta, Cibiana, Perarolo, Ospitale, Zoppè e San Nicolò di Comelico. Veneto Stato esporrà alla popolazione dell’agordino e del cadorino il diritto internazionale riconosciuto anche dall’Italia al quale la popolazione del bellunese si può appellare senza dover domandare permesso a Roma, appunto perché si tratta di un diritto pre-costituzionale. Solo con azioni politiche che partono dal territorio si può far valere il nostro diritto all’autodeterminazione, perché non si può accettare le prepotenze di uno stato irriformabile che paga i propri parlamentari tre volte tanto altri colleghi europei, e che stipendia 951 onorevoli, quasi tre volte tanto la media europea di 353 parlamentari.
Lodovico Pizzati
Segretario – Veneto Stato
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A Verona andremo a Velo veronese, S. Mauro di Saline ed Erbezzo per fargli capire che “scappare” in Trentino non è la soluzione.
http://www.larena.it/stories/Home/279158_i_nostri_comuni_destinati_a_sparire_e_noi_allora_andremo_con_ala/
Giacomo, la roba inportante xe che i capisa che i ga on dirito de autodeterminasion e che i ga da apelarse ala comunita’ internasionale lasando stare Roma. Intanto xe inportante che i inbroca sta strada, anca se i lo fa par voler pasar in Trentino. Dopo i se rendara’ conto da so posta che i pol puntar tanto pi in alto, no ocor mia spiegarghe tuto de paca.
Mi pense però ke al diskorso Trentino sie drio saturar nkora de pì al sentir de i Belunesi.
Un ke parla de Belun ko al Trentin, ke altro de an Veneto libaro, ke altro nkora de risistemar l’Italia. Va a finir ke fon konfusion e la nostra idea la gnen tirada uguale a ke altre. Ma magari me sbaie.
@glp
piena ragione! i principali nemici del veneto son sta gente soggiogata dall’italia.
bisogna ribaltar tutto con xente fresca, nova e xovane!
I comuni che spariscono, possono fare una cosa semplice: ogni cittadino di quel comune si tassa (20euro?) e si pagano da soli la loro amministrazione. E’ un piccolo passo per l’autodeterminazione, no?
Opure, na roba ancora pi senplice de sercar de organixarse par tasar i 15mila rexidenti dei 15 comuni belunexi che i vol sarar saria la seguente.
Te ciapi i 3 deputati belunexi:
-GIDONI Franco (LN) http://www.camera.it/29?shadow_deputato=302874
-MURER Delia (PD) http://www.camera.it/29?shadow_deputato=302858
-PANIZ Maurizio (PDL) http://www.camera.it/29?shadow_deputato=300454
A sti tre moschetieri te ghe dixi che invese de guadagnar 150 mila euri a l’ano i ga da tegnerse solo che 50 mila euri a l’ano (che xe la media de stipendio parlamentare de staltri paexi europei). Te ricavi 100 mila euri par deputato, e solo par Beluno te ghe’ 300 mila euri, che varda ti, divixo pai 15 comuni soto i mile abitanti che i vol tajar, te salta fora giusto giusto 20 mila euri par comune par pagar i stipendi a sindaco, asesori e consilieri comunali.
stasera ven 19, bossi, sempre + noto come il ciarlatano, dopo esar scampa’ come un ladro da beun proteto dae guardie dovaria esar a schio, qualcun pol ndar a farghe dei complimenti pacati a lu e a tuti i so sgherri?
@Ale, saria mejo andase i leghisti a contestarlo.
@Lodovico: coreto rajonameto el tuo, ma vuto metare la facenda de autodeterminarse? 😉
Non condivido la demagogia con cui VS tratta i piccoli comuni.Non è questione di stipendi irrisori del sindaco,degli assessori,dei consiglieri.Vi sono gli uffici del sindaco, degli assessorati,del segretario comunale del vice,l’ufficio tecnico,assistenza e anagrafe,dei vigili urbani,l’ufficio tributi,il protocollo…Poi anche un comune di 500 anime puo avere le partecipate(rifiuti,gas,acquedotto)Chi paga le spese? E’ sbagliato dire che dopo un accorpamento i costi sarebbero uguali.E’ vero il contrario. Per gestire la pro-loco,lo sport e l’anagrafe, sempre comunali,bastano tre impiegati.”L’entita’ politica comunale” si esalta e si afferma nella Comunita’montana.Non si cancella!Parcellizzare il territorio oggi,anche urbanisticamente,è una follia ottocentesca.Un VS innovativo deve bandire la facile strumentalizzazione democratica e la accativante demagogia. Viva san Marco
Anche in Svizzera stanno accorpando i comuni, ma e’ la cittadinanza stessa di questi comuni a decidere per ragioni di efficienza (risparmiano di tasse).
In Italia non e’ cosi’, decide Roma, e a noi questo non va, perche’ potresti avere un comune di 3000 abitanti in pianura che conviene accorpare e un comune di 700 abitanti in montagna che non va eliminato per’ ragioni geografiche.