Demose da far pa riaver el nostro Veneto!

Anna Durigon, nel suo applauditissimo esordio a Preganziol

Quando si crede ad un progetto è inevitabile non ritrovarsi a parlarne spesso, nei luoghi che si frequentano tutti i giorni. La domanda ricorrente che i ragazzi mi fanno quando parlo di Veneto Stato e alla quale è urgente rispondere è: perché i Veneti vogliono fare da soli e perché vogliono essere riconosciuti come popolo e quindi come stato?
Il 53,3% dei veneti sappiamo voler essere indipendente, ma quanti tra questi riflettono anche sulla parte culturale e non solo economica della nostra terra?
Ci rendiamo conto ogni giorno che il nostro modo di essere, il nostro civismo e quindi la nostra cultura ci portano ad organizzare la nostra vita sociale in modo completamente diverso dagli italiani. Un esempio è l’evasione fiscale che come cita un articolo del Gazzettino è trascurabile rispetto al resto d’italia. Uno studio è stato commissionato direttamente dall’italia al sociologo Robert Putnam che doveva spiegare perché in Veneto esiste un grado di civismo diverso. Egli concludeva nel suo libro “La tradizione civica nelle regioni italiane” che la nostra storia ha forgiato una società con dei valori completamente diversi rispetto agli italiani.
Ora che mi sto laureando in architettura e dovendo preparare un esame sul Rinascimento, sono stata molto colpita da come anche su questo tema le differenze rispetto al resto d’italia emergano con straordinaria limpidezza. Gli edifici nascono dalla cultura e dalle esigenze del luogo in cui verranno poi costruiti e la Repubblica Veneta, sul libro di Peter Murray “L’architettura del Rinascimento italiano”, veniva proprio spiegata in un paragrafo a parte appunto perché completamente differente al resto dello stivale. Voglio citarvi un passaggio del testo riguardante i palazzi di questo periodo: “Lo schema del palazzo veneziano tipico è fondamentalmente diverso da quello di tutti gli altri palazzi italiani. Il tipo normale di palazzo rappresentato dagli esempi fiorentini era condizionato da fattori sociali, economici e climatici. Se il tipo veneziano era soggetto alle stesse influenze del tempo, diversi erano però questi fattori. La stabilità politica ed economica di Venezia rendeva infatti superflua la fortificazione dei palazzi”.
Un altro spunto di riflessione mi è stato dato dalla monografia di James Ackermen su Andrea Palladio, straordinario architetto padovano che ha dettato regole architettoniche copiate in tutto il mondo ancora oggi. Anche qui vorrei citare una parte del testo: “La sua formazione avvenne in uno dei momenti più intensamente creativi della storia dell’architettura, e non al centro degli avvenimenti, dove egli avrebbe corso il rischio di diventare un altro dei tanti maestri della scuola romana o fiorentina, bensì nell’unica regione periferica in cui stesse sorgendo un’età dell’oro: la Repubblica veneta. Nessun altro fra i grandi architetti della sua generazione nacque e si formò nel Veneto perciò solo Palladio riuscì a far propria la fantasia bizantina o la radiosa levità dell’architettura veneto‐provinciale del primo Rinascimento. Lo stile veneto fu il catalizzatore che rese possibile la combinazione degli elementi eruditi e intellettuali di Palladio.”. Grazie alla diversa cultura e tradizione dei luoghi in qui sorsero, noi oggi possiamo ammirare i fantastici palazzi veneziani e le splendide ville palladiane che nel mondo rappresentano un unicum.
Perciò mi chiedo e chiedo ai giovani: perché dovremmo rinunciare al lavoro e alle fatiche dei nostri avi? Perché non riprenderci il futuro che i veneti ci hanno lasciato in più di mille anni?
La nostra gente, il nostro popolo ha una storia gloriosa che ha saputo organizzare una società unica. Spetta a noi, è un dovere per tutti noi, riscoprirla e valorizzarla!
Xe inutie scampar tuti in Australia parchè qua, sofogai dall’italia, no catemo lavoro. Bisogna soeo darse da far par riaver el NOSTRO stato Veneto!!!

Anna Durigon
Veneto Stato Giovani
https://www.venetostato.com/wordpress/wordpresscontatti/veneto-stato-giovani/

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