Lodovico Pizzati e l’Indipendenza Veneta sul Wall Street Journal (MarketWatch)

Fonte: Indipendenza Veneta

In queste ore uno tra i più prestigiosi organi di informazione finanziaria del mondo, il Wall Street Journal parla dell’Indipendenza Veneta e cita il nostro segretario Lodovico Pizzati, inserendo il Veneto nel novero delle regioni europee che stanno facendo enormi passi in avanti verso la propria indipendenza.

Il mondo in questo momento guarda sempre più al Veneto e promuove Indipendenza Veneta come interlocutore privilegiato per capire i fenomeni in atto.

Per scoprire i prossimi passi verso l’Indipendenza Veneta, l’appuntamento è per questa sera a Castelfranco Veneto presso l’hotel Fior a partire dalle ore 20.45.

Vi aspettiamo numerosi!

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#6ottobre #tuttiavenezia #indipendenzaveneta

Da martedì 2 fino a sabato 6 ottobre, andranno in onda spot radiofonici di Indipendenza Veneta sul grande evento di sabato prossimo a Venezia

  • radio Birikina
  • radio Bella e Monella
  • radio Marilú
  • radio Sorriso
  • radio Metrò
  • radio Clodia
  • Delta radio

 

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L’Indipendenza Veneta è inevitabile

Fonte: L’Indipendenza Veneta è inevitabile

Dopo un weekend di attenzione mediatica sulla fattibilità del referendum per l’Indipendenza Veneta una cosa non viene messa in dubbio: la stragrande maggioranza dei veneti la vuole. Il Corriere del Veneto pubblica questo martedì a pagina 3 il risultato del proprio sondaggio online: l’84% dei veneti è favorevole. È stato grazie ad un notevole lavoro sul territorio fatto da parte di tutti noi, con la raccolta firme e le lettere ai consiglieri, che siamo riusciti a forzare il tema dell’Indipendenza Veneta e a costringere i nostri attuali rappresentanti istituzionali a prendere seriamente la questione.

La soluzione dell’Indipendenza Veneta non potevano ignorarla perché abbiamo reso noto a loro che il loro datore di lavoro siamo noi, e non Roma. L’Indipendenza Veneta è l’unica azione politica fattibile qui in Veneto, e le fibrillazioni autonomiste  con proposte di macro regioni varie, che abbiamo sentito come reazione alla nostra schiacciante mossa, sono dei rigurgiti di una classe dirigente che dimostra di non avere idee. Basta insultare l’intelligenza dei veneti con le solite sirene federaliste o macroregionaliste che auspicano un impossibile consenso da parte di Roma.

Tra le varie ipotesi autonomiste sparate in tutta fretta da uno status quo preso in contropiede, i quotidiani hanno anche cercato di far passare il concetto di impossibilità legale del referendum per l’Indipendenza Veneta. Non occorreva scomodare costituzionalisti per farci dire che Roma aggrotta le ciglia alla soluzione di autodeterminazione. Quello che i giornali non dicono è che in contrasto all’ufficio legale della Regione Veneto c’è stata l’opinione di avvocati consulenti della stessa Regione Veneto esperti in diritto internazionale. Infatti, il nocciolo della questione sta proprio qui: parte della costituzione italiana è in netto contrasto con il principio di autodeterminazione tutelato dalle Nazioni Unite e dall’Unione Europea.

Il problema è che lo stato italiano non sta violando i trattati internazionali perché non esiste prova di repressione democratica fintantoché sono i rappresentanti politici veneti ad essere autolesionisti e a non esercitare il proprio sacrosanto diritto, e il volere della propria cittadinanza. Se il consiglio regionale decide di fare l’ulteriore passo e discutere la questione (costituzione italiana vs. diritto internazionale) allora la patata bollente passerà veramente nelle mani dello stato italiano. E se lo stato italiano reprime la sovranità popolare allora avremo tutte le carte per imporre una tirata d’orecchie da parte della comunità internazionale, e ottenere così un monitoraggio internazionale per il referendum sull’Indipendenza Veneta. Se invece il consiglio regionale del Veneto si sottrae a questo dovere rappresentativo, allora ne pagheranno inevatibilmente le conseguenze elettorali. In questo momento di crisi economica, dove il Veneto viene spremuto peggio di una colonia africana, l’Indipendenza Veneta è l’unica alternativa al declino italiano. Noi veneti non ci meritiamo di impoverirci per colpa di una classe dirigente che si rifiuta di rappresentare i nostri interessi. La maggioranza dei veneti è sempre più a favore dell’Indipendenza Veneta. Ed è per questo che il referendum è inevitabile.

Lodovico Pizzati
Segretario – Indipendenza Veneta

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La patata bollente

Chi contrasta l’indipendenza veneta perde le elezioni

Fonte: http://indipendenzaveneta.net/la-patata-bollente/

Continua il dibattito sul referendum per l’indipendenza del Veneto scatenato dalla pressante azione di Indipendenza Veneta, un movimento politico nuovo e finalmente libero di agire senza freni per il bene del Popolo Veneto.
Indipendenza Veneta dall’esterno del Consiglio Regionale, ha saputo dettare l’agenda politica del Veneto e trasformarsi come il movimento politico di avanguardia cui tutti guardano, perché ha individuato l’unica soluzione concreta per il nostro futuro.
Gli organi di informazione hanno oggi anticipato un consulto giuridico dell’ufficio regionale. Sempre oggi l’avv. Luca Azzano Cantarutti ha risposto sul piano tecnico in modo ineccepibile alle argomentazioni di carattere giuridico.
Sul piano politico dobbiamo però iniziare a far comprendere ai nostri rappresentanti che siedono in Regione Veneto, cominciando dalle massime cariche del presidente del consiglio regionale e del governatore, che l’indipendenza veneta è un tema che scotta: chi la contrasta perde le elezioni, perché i cittadini veneti stanno dimostrando con grande evidenza di accarezzare con grande entusiasmo l’idea di una Repubblica Veneta indipendente, aperta all’Europa e al mondo e che sia in grado di affrontare le sfide della modernità.
Non è di sicuro una roba da sagra come il federalismo leghista o le baggianate tipo la macroregione del nord.
Chi tocca l’indipendenza veneta non può illudersi di giocarci a proprio piacimento.
Essa tocca le corde profonde dell’animo dei cittadini veneti e lo conferma il successo straordinario del nostro movimento nato da soli quattro mesi.
Il messaggio politico chiaro che vogliamo quindi dare ai consiglieri regionali che ora tengono in mano la “patata bollente” dell’indipendenza veneta è di non farsi mal consigliare dalla fretta di liquidarla per paura di affrontarne il peso politico. Se lo facessero, ne pagherebbero fortemente lo scotto elettorale.
Il Governatore Zaia pare averlo capito già molto bene e con il suo consueto fiuto politico infatti anche oggi non ha nascosto di appoggiare la causa dell’indipendenza veneta, che è la causa comune di tutti i cittadini veneti per bene.
Il resto lo vedremo nelle prossime puntate, che si preannunciano molto interessanti.

Gianluca Busato
Indipendenza Veneta

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LE RAGIONI DELL’AMMISSIBILITA’ DEL REFERENDUM PER L’INDIPENDENZA DEL VENETO

Fonte: http://indipendenzaveneta.net/le-ragioni-dellammissibilita-del-referendum-per-lindipendenza-del-veneto/

Le argomentazioni portate dal Prof. Avv. Mario Bertolissi per sostenere come non sia possibile per la Regione Veneto indire il referendum volto ad ottenere l’indipendenza sono assolutamente pregevoli ma non condivisibili nella loro totalità.

L’illustre Collega non manca di evidenziare come la questione vada ad incidere anche su un aspetto estremamente delicato, quello della libertà di manifestazione del pensiero tutelata dall’art. 21 della Costituzione, chiedendosi :“per quale ragione mai dovrebbe essere vietato chiedere che la cittadinanza dica come la pensa? Non ha a che fare con la libertà di manifestazione del pensiero, parte integrante della libertà politica?

La risposta a tale domanda è scontata e ad essa si deve aggiungere un’ulteriore argomentazione fondata sull’art. 50 della Costituzione: “tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità”.

I cittadini possono quindi esprimere il loro pensiero e proporre alle Camere di adottare provvedimenti legislativi; per quale ragione non sarebbe possibile indire un referendum consultivo attraverso il quale raccogliere il libero pensiero (in senso favorevole o meno all’indipendenza) della maggioranza dei Veneti e tradurlo – eventualmente – in una conseguente petizione alle Camere affinché modifichino la Costituzione stessa?

Il Prof. Avv. Bertolissi non manca di ricordare come l’art. 5 della Costituzione stabilisca che la Repubblica è una e indivisibile, formula adottata al termine di un lungo dibattito che nei lavori preparatori ha portato ad escludere altre soluzioni quali, ad esempio, quella federalista.

Il richiamo è scontato ma la norma va letta alla luce di altre norme di grado eguale se non superiore.

Invero “l’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute” (art. 10 della Costituzione) e, tra esse, l’Italia ha recepito anche il Patto di New York, fatto proprio con legge 881 del 1977, che all’art. 1 recita “Tutti i popoli hanno il diritto di autodeterminazione. In virtù di questo diritto, essi decidono liberamente del loro statuto politico e perseguono liberamente il loro sviluppo economico, sociale e culturale”.

Tale principio vale, ovviamente, per i popoli che ancora non sono indipendenti, altrimenti sarebbe privo di senso.

Tanto vale a confutare la tesi del Collega in ordine al fatto che la sovranità appartiene al popolo italiano, non a quello veneto, o lombardo, o siciliano.

Premesso che quello Veneto (a differenza di altri) è un Popolo perché lo dice la coscienza, lo conferma la storia e lo ribadisce la legge italiana (art. 2 L. 340/1971), il principio di autodeterminazione va letto nel senso di garantire ai popoli che non godono dell’indipendenza il diritto di decidere al proposito; il popolo veneto, non altri, deve poter decidere della propria autodeterminazione.

La Corte internazionale di Giustizia, ancora nel 1995, ha chiarito che “il principio del diritto dei popoli all’autodeterminazione, riconosciuto dalla Carta delle Nazioni Unite e nella giurisprudenza della corte, costituisce uno dei principi essenziali del diritto internazionale contemporaneo”. Il 22/7/2010 ha ribadito che “uno dei principali sviluppi intervenuti nel diritto internazionale a partire dalla seconda metà del ventesimo secolo è rappresentato dall’emergere di un diritto all’autodeterminazione spettante ai popoli di territori non autonomi”.

Dunque, in base al nostro ordinamento, un popolo ha diritto alla propria autodeterminazione, per dirla in parole chiare: alla propria indipendenza.

La Corte di Cassazione, con la nota sentenza 11163/2011, ha chiarito come alla luce dei principi costituzionali italiani, espressi dagli art. 10, comma 1 e 11 Cost., e dei principi generali del diritto internazionale, vanno tutelati valori e di diritti fondamentali, la cui tutela è affidata a norme inderogabili, poste al vertice dell’ordinamento internazionale e prevalenti su ogni altra norma, sia di carattere convenzionale che consuetudinario.

Ricordo peraltro che l’art. 5 della Costituzione era in vigore anche allorché (01 ottobre 1975) Mariano Rumor sottoscriveva insieme ai plenipotenziari della Repubblica federativa jugoslava il Trattato di Osimo, con il quel venivano cedute definitivamente l’Istria e la Dalmazia italiane (più precisamente, venete) che fino a quel momento erano amministrate in via provvisoria dalla Jugoslavia di Tito.

Troppe volte, le norme si “interpretano” in base alle convenienze politiche del momento…

Alla luce di queste scarne osservazioni, risulta come la questione del referendum per l’indipendenza del Veneto sia di natura prettamente politica, non sussistendo in realtà ostacoli che il nostro ordinamento possa validamente opporre alle norme di diritto internazionale che la stessa Italia ha riconosciuto.

Avvocato Luca Azzano Cantarutti

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AVVISO: Presentazione di Indipendenza Veneta a Sant’Angelo di Treviso spostata al 17 settembre

AVVISO DELL’ULTIMA ORA:

A causa di un problema tecnico-organizzativo, è stato spostato al prossimo lunedì 17 settembre l’appuntamento programmato per questa sera con Indipendenza Veneta, per la presentazione pubblica di Indipendenza Veneta a Sant’Angelo (frazione di Treviso), presso il ristorante El Bronser (ex “Casa dello gnocco”), in strada Sant’Angelo, 162.

Relatori: ing. Gianluca Busato, dott. Davide Pozzobon, ing. Gianluca Panto

Link all’evento su facebook

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Pizzati (Indipendenza Veneta): “Zaia sara’ il primo presidente della nuova Repubblica Veneta”

Referendum per l’Indipendenza Veneta: Zaia dice sì, la palla ora passa al consiglio regionale

Zaia e Pizzati

Fonte: Indipendenza Veneta

 

Si preannuncia un autunno molto caldo della politica veneta, almeno a giudicare dai movimenti di rilevanza istituzionale che hanno interessato la regione Veneto in agosto. Come noto, una delegazione di Indipendenza Veneta guidata dal segretario Lodovico Pizzati lo scorso 22 maggio ha presentato direttamente nelle mani del governatore del Veneto una petizione popolare per indire un referendum per l’indipendenza veneta, supportata da 20.000 firme di cittadini veneti che hanno in tal modo dimostrato la propria volontà al massimo organo della regione.

Lo scorso 10 agosto il governatore Zaia ha quindi informato Indipendenza Veneta di aver concluso la prima fase di analisi della questione e di aver passato la palla direttamente al consiglio regionale per procedere negli approfondimenti necessari per indire il referendum che segnerà il passaggio fondamentale per l’indipendenza.

Il segretario di Indipendenza Veneta Lodovico Pizzati a tal proposito ha dichiarato: “Otterremo l’indipendenza a furor di popolo. La dichiarazione d’indipendenza è inevitabile. Secondo i sondaggi lo vuole la stragrande maggioranza di veneti. E’ solo questione di compiere i passaggi istituzionali richiesti dalla comunità internazionale. Sarà questo consiglio regionale a indire il referendum e sarà Luca Zaia il primo presidente pro tempore della nuova Repubblica Veneta che dovrà organizzare un’assemblea costituente subito dopo la vittoria del SI”.

Giunti a questo punto, il percorso istituzionale per l’indipendenza è chiaro e limpido: come noto, infatti, il combinato degli articoli 26 e 27 del nuovo statuto regionale (entrato in vigore il 18 aprile scorso con legge regionale statutaria 17 aprile 2012, n. 1), permette l’organizzazione di un referendum per l’indipendenza in ottemperanza con quanto previsto dall’art. 10 della costituzione che prevede che l’ordinamento giuridico italiano si conformi alle norme del diritto internazionale, tra le quali il patto di New York (legge 881 del 1977) – che stabilisce l’inalienabilità del diritto di autodeterminazione del Popolo Veneto – e la convenzione di Vienna del 1978, in tema di successione degli stati rispetto ai trattati, entrata in vigore nel 1996, che regola le modalità di subentro di nuovi stati indipendenti che si vengono a creare come avverrebbe, ad esempio, in virtù di un referendum per l’indipendenza veneta indetto dalla regione Veneto.

Nulla osta quindi da un punto di vista giuridico e politico affinché la regione Veneto indica senza indugio un referendum per l’indipendenza del Veneto.

Tale referendum non avrà impatto nemmeno sugli obblighi costituzionali, in quanto la disposizione degli effetti politici del referendum non avverrà per tramite del referendum stesso, ma per tramite di una dichiarazione di indipendenza che dovrà esser fatta dal consiglio regionale del Veneto, una volta preso della volontà espressa dal Popolo Veneto.

È sempre più chiaro pertanto che oggi per poter organizzare un referendum per l’indipendenza non mancano più i presupposti giuridici, ma solo la volontà politica di ottenere un mandato dai cittadini veneti, come voluto dal diritto internazionale. E la volontà politica del consiglio regionale la scopriremo ben presto, in conseguenza dell’azione del governatore del Veneto che li chiama ad assumersi le proprie responsabilità istituzionali.

Ufficio Stampa
Indipendenza Veneta

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Il Quebec verso la sovranita’: il momento e’ straordinario anche per Indipendenza Veneta

Fonte: http://indipendenzaveneta.net/il-quebec-verso-la-sovranita-il-momento-e-straordinario-anche-per-indipendenza-veneta/

Il mondo è un reticolo di relazioni, emozioni e situazioni che mutano il corso della storia con una dinamicità che fa emergere con grande forza i fenomeni che testimoniano l’apertura di una stagione di grandi cambiamenti.
È in questo scenario che riguarda tutto il mondo che il 4 settembre 2012 sarà ricordata come una giornata storica per il Quebec, grazie alla vittoria elettorale del Parti Québécois che ha conquistato 54 seggi nel parlamento del Quebec. Il leader del PQ, Pauline Marois, è pertanto la prima donna a divenire premier del Quebec.
La Marois si appresta quindi a guidare un governo di minoranza così come fece Alex Salmond nel 2007 in Scozia e getterà le condizioni affinché possa essere indetto nuovamente il referendum per l’indipendenza del Quebec, il terzo della propria storia, ma il primo che possa permettere finalmente il raggiungimento della maggioranza assoluta dei favorevoli, dopo che l’ultimo celebrato nel 1995 non passò per un soffio con il 49,6% di sì a favore dell’indipendenza.
Il Parti Québécois come lo Scottish National Party con grande probabilità adotterà pertanto una strategia di graduale crescita del consenso dell’opinione pubblica a favore della sovranità del Quebec, dato che negli ultimi 15 anni esso sembra essersi assestato attorno a un 35-40%, proprio come appariva avvenire in Scozia fino a qualche anno fa.
Alla luce di tali eventi che stanno disegnando una nuova mappa del mondo, appare quindi ancor più paradossale la situazione in Veneto, dove invece la percentuale di veneti favorevoli all’indipendenza appare decisamente più alta, addirittura il 53,3% secondo un sondaggio pubblicato dal Gazzettino lo scorso gennaio, ma dove ancora non è emersa elettoralmente la forza politica che possa guidare e catalizzare tale processo.
Diventa pertanto ancora più determinante l’azione politica di Indipendenza Veneta che ha creato l’unico progetto di spessore destinato a riempire tale vuoto politico.
La realtà pressante sul piano socio-economico rende tale esigenza ancor più urgente. Il Veneto oggi è uscito da una stagione di prosperità che fino a poco tempo fa lo rendeva poco attento alle questioni che riguardano la tutela diretta dei propri interessi. I tradizionali steccati dei partiti italiani, lega compresa, entro i quali gli elettori fino a ieri si rifugiavano oggi non esistono più e i cittadini veneti stanno interrogandosi su quali siano le prospettive per il proprio futuro, anzi per il proprio presente!
Oggi non esistono più scuse, ogni veneto per bene e consapevole deve supportarci e impegnarsi per l’Indipendenza Veneta. Se non l’avete ancora fatto, iscrivitevi oggi stesso, oppure fate una donazione al movimento.

Gianluca Busato
Indipendenza Veneta

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Gianluca Busato (Indipendenza Veneta) su TeleNuovo

Fonte: http://indipendenzaveneta.net/gianluca-busato-indipendenza-veneta-a-telenuovo-03-09-2012/

Gianluca Busato (Indipendenza Veneta) ospite della trasmissione Rosso e Nero condotta da Mario Zwiner trasmessa da TeleNuovo il 3 settembre 2012.

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I media parlano di Indipendenza Veneta

Tratto da http://indipendenzaveneta.net/i-media-parlano-di-indipendenza-veneta/

Mentre continua l’azione politica senza sosta di Indipendenza Veneta con gazebi e attività nel territorio, i media danno rilievo al nostro progetto politico. Riportiamo a lato un articolo pubblicato oggi sul Gazzettino di Treviso.

Ricordiamo anche l’intervento di Gianluca Busato domani lunedì 3 settembre su TeleNuovo, dalle ore 12.50, nella prima puntata dopo la pausa estiva di Rosso & Nero.

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