Veneto Stato: la formula magica che fa innamorare

Nella cultura veneta del “fare”, solo il progetto concreto di indipendenza può aver successo

Ieri sera si è tenuta una straordinaria serata a Resana.

Resana è un comune un po’ particolare dal punto di vista geografico, perché è al confine tra la provincia di Treviso e quella di Padova e mette in grande contraddizione proprio la suddivisione amministrativa delle province di ispirazione napoleonica e tanta cara allo stato centrale.

150 e più persone ieri sera hanno sfidato il freddo di una gelida serata per riempire la bellissima sala della Biblioteca comunale, esaurendo i posti a sedere, con decine di persone in piedi per partecipare a un incontro … politico!

Pare contradditorio, perché nel momento stesso in cui i cittadini veneti come mai prima hanno iniziato ad odiare in modo profondo i politici, non si spiega il fenomeno per cui l’incontro del 10 febbraio a Resana, così come quello del 19 gennaio scorso a Canizzano, riscontrino un così grande successo di cittadini. E parliamo per la stragrande maggioranza, sia ben chiaro, di persone che non hanno in tasca una tessera di partito. Certo, ieri sera come a Canizzano qualche settimana fa, c’erano molti soci di Veneto Stato. Ma la maggior parte del pubblico erano cittadini di Resana e dintorni che hanno voluto conoscere il progetto di Veneto Stato.

Una cosa che mi ha fatto particolarmente piacere è che il moderatore della serata, Nicola Tognon, era un ragazzo che si è dimostrato preparatissimo e che ha partecipato per la prima volta a un incontro di Veneto Stato solo pochi mesi fa, il 29 settembre 2011 a Quinto di Treviso, un evento straordinario che io credo resterà scolpito nella storia del Veneto come il primo evento di una nuova stupenda era politica moderna dell’indipendentismo veneto.

Per non parlare della straordinaria e bella organizzatrice dell’evento, Anna Ferro, anch’ella da pochissimo in Veneto Stato e che partita da sola un mese fa a creare la serata e a promuoverla, è riuscita nella fantastica impresa di vedere la sala riempirsi e le sedie esaurirsi 15 minuti prima dell’inizio, con in prima fila anche il primo cittadino di Resana, il sindaco Mazzorato della lega nord, con l’assessore alla cultura Bottero e altri esponenti dell’amministrazione, che hanno salutato il pubblico, partecipato all’incontro e applaudito gli interventi! Un grazie a tutti loro per l’estrema cortesia di cui ci hanno fatto onore!

Ma perché oggi Veneto Stato riesce a coinvolgere i cittadini veneti che prima non avevano mai fatto politica, oppure che fino a ieri erano pessimisti e non trovavano una speranza per le loro aspettative tradite da un’Italia ormai fallita e da un Veneto oppresso e sfiancato dalla dittatura fiscale e civica di uno stato nato morto?

Come mai riusciamo ad avere successo e grande seguito popolare, a differenza di altri che non riescono ad uscire dal cliché sempre più noioso ed inconcludente di un lamento vuoto e ripetitivo fine a sé stesso?

Io nel mio piccolo una spiegazione me la sono data. I veneti sono persone concrete, abituate – come dice la nostra brava e bella presidente Alessia Bellon – alla cultura del “fare” più che a quella del “parlare” tanto per parlare.

Allora è evidente che quando tu proponi un progetto, di qualunque tipo essa sia, esso deve essere prima di tutto una cosa concreta, seria, realistica, percorribile e che lasci intravedere il risultato finale.

Pensate al progetto di una casa, per esempio. Nessuno mai potrà apprezzare un progetto che non sia realizzabile, che sia campato in aria, senza spiegare e prevedere nulla sulla tecnica costruttiva adottata, sulle fondamenta, sulla natura e tipologia del terreno su cui si va a costruire, ma anche sull’impiantistica, sull’arredo, così come sulla concessione edilizia che deve essere presente e sul rispetto del regolamento edilizio, tanto per fare qualche esempio.

Qualsiasi veneto prima di iniziare a costruire una casa sa ben valutare tali aspetti e quindi ne approva il progetto, perché finalizzato alla realizzazione concreta finale.

La politica non è diversa. Quando il segretario Lodovico Pizzati presenta il nostro progetto politico, basato su un percorso democratico, pacifico e legale, con pratiche di grande successo sempre più note e visibili a tutti nell’esperienza internazionale, prima di tutto riesce a farsi apprezzare proprio perché si vede la concreta fattibilità del risultato finale, il Veneto Stato indipendente.

E quando un veneto vede un progetto concreto, fattibile, reale, con il risultato finale sotto gli occhi di tutti, allora se ne innamora e lo fa proprio. E le parole dell’innamoramento riecheggiano ancor’oggi con grande forza nelle parole accorate che ieri sono state interrotte da continui e scroscianti applausi durante l’intervento appassionato e da ricordare di Alessio Morosin.

Veneto Stato ha iniettato un virus tremendo nella politica veneta: il virus della speranza, il virus dell’amore per l’indipendenza del Veneto.

Quinto, Lovadina di Spresiano, Canizzano di Treviso, Resana sono gli esempi concreti del contagio che sta creando la pandemia inarrestabile che ci porterà alla creazione del Veneto Stato indipendente, in men che non si dica.

Se ancora non l’hai fatto, innamorati anche tu e preparati per un San Valentino nel nome dell’indipendenza: iscriviti oggi stesso a Veneto Stato!

Gianluca Busato
Portavoce Veneto Stato

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