Presentata anche la nuova sede internazionale di Plebiscito.eu. Gianluca Busato: “l’indipendenza de facto passerà prima per la libertà economica del Veneto”.
[Mogliano Veneto, 19 giugno 2015 ] – Ieri sera in Villa Braida a Mogliano Veneto, dopo l’annuncio in anteprima dello sviluppo della piattaforma di Cittadinanza Digitale, che rappresenta la nuova sfida civica verso l’indipendenza del Veneto, è nato il Club Plebiscito.eu, ambito riservato a creare una rete di relazioni per la creazione di progetti economici e il coinvolgimento in opportunità imprenditoriali e di lavoro di portata internazionale.
Sempre nella giornata di ieri è stata inoltre lanciata anche la Confederazione degli Imprenditori Veneti nel Mondo, che in sinergia con il Club Plebiscito.eu creerà un network strategico-economico di respiro globale.
La serata di ieri segna un altro tassello fondamentale verso la piena indipendenza del Veneto da parte di chi ha il merito esclusivo per aver saputo portare la questione veneta nel mondo.
L’evento ha avuto inizio alle ore 19, con un aperitivo allestito all’aperto nel parco della Villa e nel Salone Venezia. La presentazione della piattaforma di Cittadinanza Digitale, l’inaugurazione del Club Plebiscito.eu e l’annuncio della nascita della Confederazione degli Imprenditori Veneti nel Mondo si sono invece tenute nella prestigiosa Sala San Marco, alle 20.30.
Nel corso della presentazione, è stata inoltre mostrata in anteprima la nuova sede internazionale di Plebiscito.eu, in un luogo non ancora svelato, con 750 metri quadri di uffici e una sala conferenze con capienza di 100 posti che sarà presto al centro di nuove iniziative del movimento indipendentista, in primis la formazione dei quadri dirigenti.
A seguire quindi la cena nella Sala Doge e quindi il Buffet servito nel parco e nel Salone Venezia. con intrattenimento musicale di commiato, mentre le prime riunioni riservate del Club Plebiscito.eu già avevano inizio presso la Sala Mulini.
Gianluca Busato ha dichiarato: “nel momento in cui tutto in Italia sembra crollare, nel Veneto parte un’iniziativa destinata ad avere un’eco e dei risultati straordinari. È un salto di qualità, un passaggio evolutivo che fin dalla nascita ci contraddistingue come movimento che antepone la concretezza alle parole fumose. L’indipendenza de facto passerà prima per la libertà economica del Veneto, che potrà realizzarsi, sganciando il nostro sistema economico ed imprenditoriale dall’asservimento allo stato italiano. Fortunatamente con i moderni strumenti della globalizzazione, ciò è divenuto possibile. Il club Plebiscito.eu e la Confederazione degli Imprenditori Veneti nel mondo avranno un ruolo cruciale per il raggiungimento di tale obiettivo”.
Dopo la certificazione scientifica e diplomatica, il referendum di indipendenza del Veneto trova ulteriore legittimazione, confermandosi sempre più atto politico vincolante e determinante. Gianluca Busato: “abbiamo chiesto a tutti i candidati governatori di firmare, solo Jacopo Berti ha dimostrato coraggio e senso di responsabilità istituzionale, premiamolo con il voto domenica prossima”.
[Venezia, 29 maggio 2015] – Ieri alle 18 a Padova Jacopo Berti, candidato Governatore del Veneto del MoVimento 5 Stelle, e Gianluca Busato, Presidente di Plebiscito.eu, hanno firmato lo storico Protocollo di Intesa sul Referendum di indipendenza del Veneto del 16-21 marzo 2014.
Si accendono nuovamente i riflettori sull’evento che sorprese un anno fa tutta Europa, portando per la prima volta all’attenzione mondiale la questione veneta e inaugurando a sorpresa un anno nel nome dell’indipendenza, seguito dai successivi referendum indipendentisti tenutisi in Scozia e Catalogna e che oggi trova un nuovo momento di riconoscimento e certificazione, dopo l’assessment prodotto dalla Engineering Ingegneria Informatica Spa che ha verificato l’affidabilità dei dati e la relazione finale del Comitato degli Osservatori Internazionali (COI), composto da osservatori provenienti da diverse nazioni del mondo (tra le quali Stati Uniti d’America, Federazione Russa, Ucraina, Siria, Moldova, Georgia, Repubblica Ceca), e rappresentanti un arco plurale di orientamenti politici, selezionato secondo i principi previsti dalla Comunicazione 191 della Commissione UE in materia di assistenza e monitoraggio delle elezioni da parte dell’UE, che ha verificato come il voto sia stato autentico, libero e legittimo e svolto secondo i principi richiesti dalle Organizzazioni Internazionali, ed, in particolare, secondo i principi del CSCE/OCSE Document of the Copenhagen Meeting, 26/06/1990.
Oggi è la volta del primo riconoscimento ufficiale da parte di un autorevole rappresentante della prima forza politica per consensi ricevuti nelle ultime elezioni politiche del parlamento italiano, il Candidato Governatore del Veneto Jacopo Berti che firmando il protocollo di intesa con Gianluca Busato ha a sua volta riconosciuto la legittimità del referendum di indipendenza del Veneto tenutosi liberamente dal 16 al 21 marzo 2014.
Il protocollo alza inoltre il livello del confronto istituzionale in atto, in quanto il Candidato Governatore del Veneto Jacopo Berti con la sua firma riconosce, sostiene e promuove le attività in corso da parte della Delegazione dei Dieci eletta nel corso del referendum di indipendenza del Veneto volte al riconoscimento internazionale dei risultati dello stesso Plebiscito e della Repubblica Veneta.
Il Protocollo pertanto supera le difficoltà emerse in sede di Consiglio Regionale del Veneto che hanno impedito l’applicazione della legge regionale n. 16 / 2014 e hanno bloccato l’indizione del referendum consultivo per l’indipendenza del Veneto, a seguito dell’impugnazione del Governo presso la Corte Costituzionale.
Il Referendum di indipendenza del Veneto del 2014 anche da un punto di vista giuridico ha permesso la concreta attuazione all’approvazione della Risoluzione del Consiglio Regionale del Veneto n. 44 del 28 novembre 2012, che prevedeva
la necessità di rispettare la volontà del Popolo Veneto in ordine alla propria autodeterminazione, rendendo giustizia alla consultazione popolare svoltasi liberamente dal 16 al 21 marzo 2014, nella piena legittimità derivante dal diritto internazionale e nel rispetto del diritto interno dello stato.
Tale esempio ha aperto la strada anche ad altre regioni e popoli che intendessero seguire la via veneta all’indipendenza.
Jacopo Berti si è anche impegnato dopo la sua elezione a permettere alla Delegazione dei Dieci di usufruire delle sale istituzionali e di rappresentanza della Regione Veneto per dare comunicazione al pubblico e alla stampa di ogni atto inerente la propria attività istituzionale.
in virtù di tale alto riconoscimento dei principi democratici, dell’utilizzo delle nuove tecnologie di comunicazione digitali che ha consentito un esercizio di democrazia diretta continuativa, del diritto internazionale e in primis del diritto di autodeterminazione dei Popoli,, il comitato referendario Plebiscito.eu sostiene, promuove e dà indicazione di voto per la candidatura di Jacopo Berti a presidente della Regione Veneto.
Il protocollo sottoscritto è valido e vincolante per tutto l’esercizio del mandato elettorale che il candidato Jacopo Berti riceverà dal Popolo Veneto il 31 maggio 2015 in occasione delle elezioni regionali del Veneto e sarà regolato in ultima istanza dal Regolamento d’Arbitrato e Conciliazione del Centro di Arbitrato Internazionale della Camera Economica Federale, a Vienna (Regole di Vienna), da uno o più arbitri nominati conformemente a tale Regolamento.
Gianluca Busato (che questa sera presiederà la seduta del Parlamento Veneto che si terrà dalle ore 20.30 a Silea presso il centro Tamai in via Roma 81), ha commentato: “Dopo la certificazione scientifica e diplomatica, il referendum di indipendenza del Veneto del 16-21 marzo 2014 trova oggi un’ulteriore legittimazione confermandosi sempre più l’atto politico vincolante e determinante che supera ogni tentativo di sbarramento costituzionale. Plebiscito.eu ha richiesto a tutti i candidati Governatori del Veneto, senza differenze e con trasparenza, di sottoscrivere il protocollo. Jacopo Berti tra tutti ha dimostrato coraggio e responsabilità istituzionale, dimostrandosi paladino di democrazia e libertà: glie ne va dato atto e sarà senz’altro premiato dal voto di domenica prossima. Noi procediamo con la barra a dritta verso la piena indipendenza, aggiungendo un mattone sull’altro per la solida costruzione della Repubblica Veneta libera e indipendente”.
Presentate le liste dei candidati consiglieri regionali e distribuiti in tutti gli uffici elettorali dei comuni del Veneto i moduli per raccogliere entro aprile le 12.000 firme necessarie per presentarsi alle elezioni.
[Treviso, 13 aprile 2015] – In previsione delle prossime elezioni regionali del 31 maggio, in questi giorni i volontari di Veneto Sì e Plebiscito.eu hanno quasi completato la distribuzione in TUTTI i comuni del Veneto dei moduli da sottoscrivere con le liste di Veneto Sì e la candidatura a Presidente del Veneto di Gianluca Busato. Tra lunedì 13 e martedì 14 aprile i moduli saranno disponibili in tutto il Veneto.
Veneto Sì e Plebiscito.eu hanno iniziato un tam tam mediatico rivolto ai cittadini per invitarli a recarsi presso gli uffici elettorali del proprio comune di residenza a firmare entrambi i moduli, per raggiungere entro aprile la quota di circa 12.000 firme certificate da un pubblico ufficiale, necessarie per partecipare alle elezioni regionali. I partiti italiani con una vergognosa legge truffa elettorale regionale che hanno approvato, si sono infatti esentati dal raccogliere tale firme che per Veneto Sì invece sono obbligatorie. Ciò rappresenta una chiara discriminazione democratica anche alla luce del limite imposto di un solo mese per la raccolta, contrariamente al periodo solitamente concesso che era di 6 mesi precedenti le elezioni.
Le liste di candidati privilegiano una formazione tecnica, a testimonianza della vocazione tecnologica e di concretezza sia di Plebiscito.eu sia del suo ideatore: 4 Ingegneri, 3 architetti, 3 laureati in economia, 15 imprenditori, 1 laureato in lingue e 1 interprete, 2 artisti, 2 insegnanti, 10 impiegati e un ex dirigente pubblico dei comuni di Venezia, Chioggia e Treviso sono alcuni dei profili tra i 51 candidati consiglieri nelle liste di Veneto Sì. Le donne sono 23, mentre gli uomini sono 28. Sono 3 su 7 le liste provinciali con più candidate che candidati: Rovigo, Treviso e Vicenza. L’età media è di 47 anni.
Il candidato presidente è Gianluca Busato (compirà 46 anni il 14 maggio), ingegnere, imprenditore nell’economia digitale, presidente di Plebiscito.eu, ideatore e organizzatore del referendum di indipendenza del Veneto che ha richiamato a Venezia le testate televisive e giornalistiche più famose di tutto il mondo: Al Jazeera, BBC, le tv russe, austriache e tedesche, il Times, il Washington Post, Bloomberg, Financial Times, il gotha del giornalismo economico-finanziario mondiale, riscuotendo successo anche nei prestigiosi magazine che studiano i nuovi fenomeni digitali e non, come Mashable e Mic.com.
Lo scorso 28 marzo il referendum ha avuto il riconoscimento internazionale ufficiale anche dal punto di vista diplomatico, con la certificazione e la consegna della relazione finale, estremamente positiva e lusinghiera, da parte del Comitato degli Osservatori Internazionali, provenienti da diversi Paesi tra i quali USA, Russia, Georgia, Repubblica Ceca, Ucraina, Siria e Italia. Tale risultato permetterà ora a Plebiscito.eu di dare il via a una fase di relazioni con gli stati e le organizzazioni internazionali volte al riconoscimento dell’indipendenza della Repubblica Veneta.
Nel frattempo Gianluca Busato chiede ai cittadini veneti il mandato popolare per procedere più speditamente nella creazione del Veneto indipendente.
A questo proposito Gianluca Busato ha dichiarato: “non mi sono candidato nelle liste dei consiglieri regionali, perché non sono interessato alla poltrona. Come noto viene eletto solo chi vince e il secondo arrivato, mentre gli altri candidati presidenti sono fuori dal consiglio, se non hanno il paracadute italiano come candidati di lista. Sarà una battaglia dura, per me, dopo l’ottenimento della certificazione del referendum di indipendenza del Veneto sarebbe stato molto più comodo assistervi passivamente come Presidente della Delegazione dei Dieci, mantenendomi comodamente la passerella internazionale per chiedere il riconoscimento internazionale della Repubblica Veneta indipendente. Non sono persona che si ritira di fronte alle sfide difficili e scomode, quando esse sono essenziali per la libertà del Popolo Veneto. Oggi bisogna finalizzare il percorso di indipendenza del Veneto intrapreso un anno fa, dopo che l’organizzazione di un nuovo referendum regionale è diventata impossibile e inutile per l’impugnazione da parte del governo italiano presso la corte costituzionale. Lo stato italiano ha scelto la linea della dittatura di fatto, impedendo alla regione Veneto di indire un nuovo referendum. Chi ripropone oggi il medesimo percorso che io – per primo e allora in splendido isolamento – ho teorizzato e percorso fin dal 2006 e che un anno fa ho saputo superare e scavalcare con il Plebiscito Digitale, oggi mente sapendo di mentire. Mi candido pertanto a presidente per ricevere dai cittadini veneti un mandato pieno e maggioritario per disattivare il consiglio regionale come istituzione italiana e convocarlo in assise plenaria con il Parlamento Veneto per confermare la dichiarazione di indipendenza del Veneto del 2014. In tal modo il Veneto in 5 anni potrà godere di 200 miliardi di euro in più, derivanti dall’interruzione della rapina fiscale (20 miliardi annui), del pagamento di interessi sul debito pubblico italiano che non abbiamo creato noi (9 miliardi di euro circa ogni anno) e degli sprechi dello stato italiano”.
Consegnata dagli Osservatori Internazionali sabato a Venezia a Plebiscito.eu la Relazione Finale sul Referendum di indipendenza del Veneto del 16-21 marzo 2014. Gianluca Busato: “la maggioranza plebiscitaria favorevole all’indipendenza del Veneto è ora politicamente vincolante, ci muoveremo a livello internazionale”
[Venezia, 30 marzo 2015] – Sabato 28 marzo scorso a Venezia, nella splendida cornice della Sala Caminetto di Cà Vendramin Calergi, si è tenuta la storica cerimonia della consegna della Relazione Finale degli Osservatori Internazionali sul Referendum per l’indipendenza del Veneto svolto dal 16 al 21 marzo 2014. L’evento, introdotto e moderato dal prof. Romano Toppan, ha visto gli interventi della Commissione degli Osservatori Internazionale (COI) presieduta già Ambasciatore della Georgia in Italia dott. Beglar Davit Tavartkiladze e del Presidente del Comitato Organizzatore del Referendum Plebiscito.eu dott. ing. Gianluca Busato. Dopo la cerimonia si è quindi svolto nell’adiacente Sala Regia un rinfresco di ringraziamento con cocktail musicale di commiato.
Il COI, composto da osservatori provenienti da diverse nazioni del mondo (tra le quali Stati Uniti d’America, Federazione Russa, Ucraina, Siria, Moldova, Georgia, Repubblica Ceca), e rappresentanti un arco plurale di orientamenti politici, è stato selezionato dal Presidente invitato allo scopo dal Comitato Organizzatore del Referendum secondo i principi previsti dalla Comunicazione 191 della Commissione UE in materia di assistenza e monitoraggio delle elezioni da parte dell’UE.
Tra le nomine all’interno della Commissione citiamo alcuni autorevoli esponenti, tra i quali il Dr. George Kurdadze (Georgia, Transatlantic Studies Center, NATO Project), Dr. George Chikovani (USA, Founder member and Director of the Board Conflict Management International Institute Corp., Harvard Project), Dr. Franco Barion (Italia), Dr. Valekh Shakhverdiev (Ucraina), Dr. Khyzir Ugurchiev (Federazione Russa), Dr.ssa Najwa Zerik (Siria), Dr. Sergey Dedanin (Repubblica Ceca), Dr. Zviadi Tsaguriya (USA). Alcuni Osservatori nel corso delle operazioni hanno dovuto rinunciare all’incarico per ragioni di lavoro all’estero e di salute: Dr. Giovanni Stancarone (Italia), Dr. Robert De Jong, Olanda).
Il Final Report del COI si è composto di una lunga relazione che ha analizzato ogni fase del referendum, dall’introduzione che ha spiegato come si era arrivati ad indirlo e come si era costituito il COI secondo quanto previsto dai principi delle organizzazioni internazionali in tema di elezioni e referendum, al riconoscimento della base giuridica del referendum, all’analisi del database degli elettori, della procedura di assegnazione del codice di voto ai cittadini, alle caratteristiche della piattaforma, all’affidabilità dei dati, all’analisi delle fasi preparatorie del referendum, della sua procedura di voto, alla verifica effettuata sull’analisi dei risultati del voto che ha confermato il voto di oltre 2,3 milioni di veneti aventi diritto, di cui l’89,10% ha votato Sì all’indipendenza e a un’analisi puntuale delle eventuali irregolarità o delle difficoltà che avessero potuto inficiare la validità del voto, sino alle conclusioni che sinteticamente vengono riportate di seguito.
— “La Commissione degli Osservatori Internazionali ha eseguito una serie di controlli sul piano organizzativo per garantire che questo garantisse il voto autentico, libero e legittimo. È stato constatato che le votazioni sono state effettuate in modo responsabile e trasparente e che il sistema di votazione forniva una reale possibilità di scelta. Le votazioni sono state svolte in un ambiente libero: gli elettori hanno potuto esprimere la preferenza, liberi da intimidazioni, violenze o interferenze amministrative. È stata assicurata la segretezza del voto ad eccezione dei limitati casi di persone non in grado di esprimere il voto telematicamente senza assistenza. Inoltre, il conteggio dei voti è stato onesto, senza possibilità di alterazioni, e la proclamazione dei voti è stata tempestiva. Gli osservatori sono stati liberi di verificare, direttamente e indirettamente, tutte le fasi del processo di votazione prima, durante e dopo il periodo referendario. Il Comitato degli Osservatori Internazionali, analizzando gli elementi sopraindicati, constata che il Referendum per l’Indipendenza del Veneto che ha avuto luogo dal 16 fino al 21 marzo 2014 compreso si è svolto secondo i principi richiesti dalle Organizzazioni Internazionali, ed, in particolare, secondo i principi del CSCE/OCSE Document of the Copenhagen Meeting, 26/06/1990. Il Comitato degli Osservatori Internazionali considera che l’uso del voto elettronico in un ambiente controllato, come internet, crea più sicurezza e segretezza e che la procedura telematica applicata al Referendum è innovativa e minimizza la possibilità di brogli elettorali. Il COI considera che le trascurabili irregolarità ed alcune difficoltà prima e durante la votazione possano essere minimizzate attraverso la creazione di una struttura federale permanente al fine di organizzare al meglio il processo di e-voting. Il Comitato degli Osservatori Internazionali ha invitato i propri membri ad incontrarsi a Venezia, al fine di discutere le raccomandazioni del Rapporto Finale, il 27 e 28 marzo 2015.
Venezia, 28 marzo 2015″
—
La Relazione Finale del COI, dopo la sua presentazione alla stampa da parte del Presidente del COI è stata quindi firmata dagli Osservatori Internazionali presenti in maggioranza e consegnata al Presidente del Comitato Organizzatore del Referendum, Plebiscito.eu, Gianluca Busato, che ha commentato: “la Commissione degli Osservatori Internazionali, nel rispetto di quanto previsto dal diritto internazionale, conferma l’avvenuta libera e democratica espressione della sovranità popolare del Popolo Veneto a favore dell’indipendenza della Repubblica Federale Veneta con una maggioranza plebiscitaria e inequivocabile. Il Referendum per l’indipendenza del Veneto oggi diviene ufficialmente un fatto istituzionale e politicamente vincolante”.
“Plebiscito.eu ringrazia il COI per l’alto esercizio professionale e ideale che ha permesso al Popolo Veneto di esercitare e vedere riconosciuto il proprio Diritto di Autodeterminazione nel rispetto dei principi, delle norme e delle procedure previste dal diritto internazionale”.
“Possiamo ritenere cessata definitivamente ogni esigenza di svolgimento di qualsiasi altra verifica istituzionale della volontà del Popolo Veneto, ogni altro tentativo di svolgere un nuovo referendum regionale sarebbe oltreché inutile dannoso e irrispettoso della sovranità popolare certificata. Ora si apre ufficialmente una fase di relazioni con gli stati e le organizzazioni internazionali volte al riconoscimento dell’indipendenza della Repubblica Veneta”.
Comunicato pubblicato il 20 dicembre 2014 sulle seguenti testate: Il Gazzettino (edizione nazionale), la Tribuna di Treviso, il Mattino di Padova, la Nuova di Venezia e Mestre, il Corriere delle Alpi, la Voce di Rovigo, il Giornale di Vicenza, l’Arena di Verona. Tratto dall’originale pubblicato in www.plebiscito.eu.
Per consultare la documentazione relativa all’”Assessment sul livello di affidabilità dei dati” del Plebiscito Digitale del 16-21 marzo 2014, visita il seguente collegamento
COMUNICATO AL POPOLO VENETO
AL POPOLO DI PLEBISCITO.EU (QUELLO DEL 16-21 MARZO 2014)
AL MIO POPOLO
COMUNICO
con piacere ed orgoglio che “l’Assessment sul livello di affidabilità dei dati” del Plebiscito Digitale del 16-21 marzo 2014, commissionato alla Società Engineering Ingegneria Informatica Spa (primaria società informatica italiana, quotata dal 2000 alla Borsa di Milano, con 7.300 dipendenti), ha prodotto le seguenti risultanze: … “Tutte le attività analitiche” … “hanno mostrato che i dati esaminati possono essere considerati sufficientemente affidabili, in quanto non risultano rilevabili tracce di corruzione e/o alterazione”.
PRECISO
che, a seguito di tale inequivocabile risultato, è e sarà messa in atto ogni e più opportuna azione in sede sia interna sia internazionale a tutela del legittimo risultato espresso dal Popolo Veneto con voti favorevoli 2.102.969* pari all’89,10% dei 2.360.235* voti validi espressi equivalenti al 63,23% degli allora aventi diritto al voto nel referendum di indipendenza del Veneto del 16-21 marzo 2014
DIFFIDO
chiunque dal porre in essere azioni volte a delegittimare direttamente o in maniera occulta la volontà popolare espressa con il Plebiscito Digitale del 16-21 marzo 2014, riservandomi ogni e più opportuna azione di tutela nelle sedi adeguate a livello sia nazionale sia internazionale
tutti, Dirigenti, Quadri, Coordinatori, Sostenitori, Volontari, Simpatizzanti ed in particolare ogni singolo cittadino che ha dimostrato di avere a cuore l’Autodeterminazione dei Popoli e di anelare alla Libertà e all’Indipendenza della propria Terra, il Veneto.
LA SFIDA
un nuovo Illuminismo dell’Essere e del Fare, per dar vita a un nuovo Rinascimento, per mettere a frutto il grande cambiamento geopolitico già tracciato tra Occidente e Oriente, tra Nord e Sud del mondo, di cui sono crocevia e baricentro strategici il Veneto e Venezia.
TU
mi rivolgo a Te, in particolare. Da oggi il Tuo apporto personale, professionale ed economico è fondamentale; i nostri destini futuri dipenderanno da quello che saprai fare. Venezia, 20 dicembre 2014 Dott. Ing. Gianluca Busato – Presidente di Plebiscito.eu — Per donazioni:
Termine delle donazioni: 31 marzo 2015. Scopo delle donazioni: organizzazione e comunicazione per Plebiscito.eu. Responsabile donazioni: Dott. Gianfranco Favaro (Tesoriere Plebiscito.eu). Rendicontazione consultabile su www.plebiscito.eu/fundraising — Per consultare la documentazione relativa all’”Assessment sul livello di affidabilità dei dati” del Plebiscito Digitale del 16-21 marzo 2014, visita il seguente collegamento
Gianluca Busato: “Plebiscito.eu, comitato promotore del referendum di indipendenza del Veneto, apre il conto corrente per la raccolta fondi”
Vogliamo ricordare oggi con grande piacere le molte personalità che a partire dal luglio 2013 hanno aderito come testimonial di Plebiscito.eu, inizialmente Plebiscito2013.eu, per la promozione del diritto di decidere dei cittadini veneti nel nuovo referendum regionale di indipendenza del Veneto.
È grazie anche a loro, come alle migliaia di veneti che ogni giorno si sono attivati per la promozione della questione veneta che ora possiamo dire con grande soddisfazione di aver conquistato la nostra piena libertà di espressione, condizione fondamentale e propedeutica per la piena indipendenza della Repubblica Veneta.
Ciò è ulteriormente confermato oggi nel momento in cui Plebiscito.eu, comitato promotore del referendum di indipendenza del Veneto, apre il conto corrente per la raccolta fondi, i cui riferimenti saranno annunciati il prossimo 15 agosto.
Spetta ora a noi veneti tutti senza alcuna esclusione di parte e a nessun altro essere artefici del nostro destino, in modo pieno e fattivo.
Gianluca Busato, presidente di Plebiscito.eu ha dichiarato: “l’intuizione geniale iniziale di Lodovico Pizzati fu che un partito o un movimento politico che aveva partecipato alle elezioni politiche italiane non poteva anche essere anche “comitato promotore” di un referendum: sarebbe venuta meno l’imparzialità necessaria. Fu quindi una naturale conseguenza la nascita di Plebiscito.eu, che ora si è già attivato per la raccolta fondi come da indicazioni dell’assessore regionale Ciambetti. Il 15 agosto comunicheremo l’IBAN presso il quale i cittadini e le imprese venete potranno fare le proprie donazioni”.
Lo annuncia il comitato organizzatore Plebiscito.eu. Sarà spedito a tutti i cittadini veneti un codice personale per poter votare al seguente quesito: “Vuoi che il Veneto diventi una Repubblica Federale indipendente e sovrana?”
Il comitato referendario Plebiscito.eu ha annunciato la data in cui si terrà il referendum di indipendenza del Veneto: si voterà domenica 16 marzo dalle ore 7 alle ore 22 e da lunedì 17 a venerdì 21 marzo dalle ore 9 alle ore 18.
L’indizione della Votazione Elettronica segue l’approvazione della Risoluzione 44/2012 da parte della Regione Veneto e di tutti i Comuni e province del Veneto che hanno approvato il percorso referendario per l’indipendenza del Veneto.
Il quesito che sarà posto a tutti i cittadini veneti residenti con diritto di voto sarà il seguente: “VUOI CHE IL VENETO DIVENTI UNA REPUBBLICA FEDERALE INDIPENDENTE E SOVRANA?”.
Ogni cittadino potrà votare con un Sì, oppure con un No.
Come si voterà.
1. OGNI CITTADINO VENETO RICEVERA’ A CASA IL CODICE PERSONALE SEGRETO PER VOTARE. Dal 1° al 15 marzo accedendo al sito www.plebiscito.eu ci si potrà pre-registare al voto: si riceveranno in tal modo tutte le istruzioni per votare comodamente da casa e per abilitare il codice di voto laddove non si sia ricevuta la comunicazione postale personale.
2. IL CODICE DOVRA’ ESSERE USATO il giorno DOMENICA 16 MARZO 2014 DALLE ORE 7 ALLE ORE 22 E DA LUNEDÌ 17 A VENERDÌ 21 MARZO DALLE ORE 9 ALLE ORE 18.
3. SI VOTA ATTRAVERSO INTERNET: usando un qualsiasi computer o dispositivo mobile, collegandosi al sito internet www.plebiscito.eu.
SI POTRA’ VOTARE ANCHE CON IL TELEFONO: chi non può collegarsi ad internet, potrà telefonare facilmente al numero 0423 40 20 16.
Verrà chiesto il codice personale e quindi si potrà esprimere il voto. Si potrà quindi anche indicare una preferenza per il candidato che vorremo eleggere per attuare la nostra volontà. I candidati saranno consultabili dal 1° marzo sul sito www.plebiscito.eu. Ogni cittadino veneto con diritto di voto potrà candidarsi a far parte della delegazione dei plenipotenziari veneti accedendo al sito dal 20 febbraio prossimo e fino al 1° marzo.
Plebiscito.eu ha anche comunicato che potranno votare anche i cittadini veneti residenti all’estero iscritti all’AIRE: i loro voti saranno computati a parte, in quanto non è possibile inviare preventivamente una comunicazione ad ognuno di loro. Essi potranno ottenere il codice di voto sempre via internet attraverso il sito www.plebiscito.eu preregistrandosi a partire dal 1° marzo 2014.
Il presidente e il segretario di IV disertano il congresso di Vicenza, che ha decapitato il movimento
Ormai se ne parlava da una decina di giorni, da quando, in una serata di precongresso a Vedelago, Alessio Morosin attaccò duramente Luca Azzano Cantarutti, uscendo allo scoperto. Oggi a Vicenza si è consumata la rottura insanabile tra i 2 avvocati, in occasione del congresso di indipendenza veneta, che ha rinnovato le cariche e anche la propria struttura organizzativa.
Non sappiamo se Cantarutti, che, assieme al segretario Giuliomaria Turco, ha disertato l’appuntamento del congresso, motivandolo con una lunga lettera inviata sabato ai soci, ora resterà a guardare, oppure se contesterà le delibere dell’assemblea di Vicenza, impugnandole, in particolare per ciò che concerne i molteplici risvolti di condotta antistatutaria, o di modifiche allo stesso statuto, anche se i lavori sono stati registrati addirittura con la presenza di due notai.
Da un punto di vista politico, l’avvocato polesano ne esce in ogni caso malconcio, dato che la base del movimento, pur sempre più ridotta (erano solo 219 i soci accreditati a Vicenza), ha deciso di stare con il suo collega di Noale.
A fare pendere la bilancia dalla parte di Morosin è stato l’ingresso di un terzo incomodo, Paolo Lamon, che ha tirato la volata attraverso una proposta di modifica organizzativa che è stata approvata e che cancella le figure di segretario e presidente, introducendo portavoce che dovrebbero cambiare periodicamente a rotazione. Dalle cariche interne appaiono praticamente epurati tutti i fedelissimi cantaruttiani, con cancellazione o quasi delle province di Rovigo, Verona e Vicenza. Il nuovo nucleo di controllo del partito sembra concentrarsi ora tra Treviso (in particolare l’area del capolugo, Vedelago e il quartier del Piave), l’alta padovana, il miranese e qualche area del veneziano. Per il resto, buio assoluto.
Restano le ferite delle dure lettere, una firmata da Cantarutti e l’altra chiaramente ispirata da Morosin, inviate ai soci il giorno prima del congresso, che hanno decretato la fine corsa del tandem Cantarutti-Morosin.
Dall’esterno non si è ben compresa la ragione vera della rottura, anche se qualche maligno suggerisce che essa debba trovarsi nel rapporto privilegiato che Cantarutti era riuscito a stabilire con Luca Zaia, escludendo di fatto Morosin dai colloqui e dalle trattative importanti in vista del dibattito in regione sul tema dell’indipendenza del Veneto.
Ora il colpo di coda di Morosin lo rafforza, anche se la sua appare una vittoria di Pirro, con un quadro generale appare in tutta sincerità meno stabile e molto più fragile di qualche mese fa per il partito indipendenza veneta. Per capirlo, andiamo a vedere cosa è successo negli ultimi dodici mesi.
Prima l’epurazione in stile sovietico delle teste pensanti Pizzati e Busato, poi l’allontanamento dell’abile e capace Cantarutti sembrano infatti avere definitivamente svuotato il potenziale politico di un partito che sembra destinato a rientrare nei ranghi del venetismo da prefisso telefonico, seguendo il destino dei vari veneto stato, liga veneta repubblica e altri partiti mai usciti dal guscio dello sbandieramento dell’orgoglio veneto, destinato anch’esso a mancare l’appuntamento con la capacità di incidere nel quadro politico.
Le ragioni del fallimento di indipendenza veneta sono in realtà causate dall’attrazione fatale che i palazzi veneziani della politica veneta in salsa italiana hanno svolto sugli avvocati indipendentisti. Una volta entrati nel palazzo, grazie alla strategia di Pizzati e Busato, invece di capire che dovevano uscirne al più presto, sono rimasti incantati dalle sirene dei partiti, perdendo il lume della ragione politica e restando intrappolati nei meandri del potere.
Chi prenderà ora in mano il testimone dell’indipendentismo veneto? Staremo a vedere nei prossimi giorni.
Secondo quanto stabilito dalla Giunta Regionale per il Regolamento lo scorso 13 luglio, per ridare vita alla legge referendaria (p.d.l. 342/2013) serve il consenso preventivo dell’80% del Consiglio Regionale
Ora vi spieghiamo perché il progetto di legge regionale 342/2013 presentato da Stefano Valdegamberi (relativo all’indizione del referendum consultivo per l’indipendenza del Veneto) è morto e sepolto. Il tutto è conseguenza di una questione tecnica del consiglio regionale, messa in atto dall’approvazione della determinazione n. 8 nella seduta del 13 luglio 2013 della Giunta per il Regolamento del Consiglio Regionale del Veneto. La data è importante: guarda caso è avvenuto proprio prima delle sedute del 30 luglio e del 17 settembre in cui è stata disinnescata in Consiglio Regionale la legge referendaria, a dimostrazione di un piano ordito a freddo dalla partitocrazia italiana. Cosa dice questa determina? Essa entra nel merito dell’iscrizione all’ordine del giorno in occasione di consigli regionali e della calendarizzazione dell’ordine di lavoro delle commissioni consiliari competenti per le istruttorie. In particolare essa recita che “ad eccezione dei progetti di legge e di regolamento di iniziativa popolare e degli enti locali di cui all’articolo 20, comma 6, dello Statuto, nessun oggetto assegnato per l’esame alle competenti commissioni può essere iscritto all’ordine del giorno del Consiglio regionale prima che sia concluso il procedimento istruttorio in commissione, salvo quanto previsto dall’articolo 24, comma 3, del Regolamento.” E poi ancora, in merito ai lavori della commissione competente, essa recita che “con il consenso dei presidenti di gruppi la cui consistenza numerica sia complessivamente pari almeno ai quattro quinti dei componenti del Consiglio è possibile fissare, nell’ambito della formazione del calendario dei lavori di cui all’articolo 8 bis, comma 5, del Regolamento, un termine entro il quale la commissione competente deve concludere il procedimento istruttorio di un determinato oggetto ad essa assegnato in sede referente”. Cosa significa questo? Che il progetto di legge regionale 342/2013 senza il consenso di almeno 4/5 del consiglio regionale è sepolto forse per l’eternità nella 1° commissione regionale affari istituzionali, assieme alle speranze di tanti poveri soci dei movimenti indipendentisti che credono alle bugie di chi continua a prenderli in giro. Bugie degne di politici di vecchia data, tra le quali non sappiamo ancora se ascrivere quella detta dall’avvocato Luca Azzano Cantarutti, che ancora ieri su facebook addebitava alla volontà della lega nord la mancata convocazione del consiglio regionale, che in realtà nessuno può più convocare senza il consenso di almeno l’80% del Consiglio Regionale. Delle due l’una, o l’avvocato dice il falso sapendo di mentire, oppure è ignorante di come funziona il Consiglio Regionale, il che sarebbe ancor peggio, data la propria autoincensata e autoproclamata credibilità istituzionale, svanita come neve al Sole. Tertium non datur. Per fortuna che nel frattempo è nato Plebiscito2013 che ha dato vita all’iniziativa del Plebiscito Digitale che si terrà il 16 febbraio, altrimenti l’indipendenza del Veneto la vedevamo col binocolo!
Press News Veneto
Post Scriptum: qualcuno ha risposto al nostro articolo facendo presente che in caso di mancato rispetto del termine prefissato per l’esame del progetto di legge da parte della competente commissione il proponente o 10 consiglieri possono chiedere al presidente del consiglio regionale di far iscrivere tale argomento all’ordine del giorno del primo consiglio regionale utile: tale osservazione non tiene conto del secondo aspetto che abbiamo esposto nell’articolo, ovvero che per fissare il termine dei lavori della commissione che farebbe scattare tale norma serva il consenso preventivo dell’80% del consiglio regionale…